Gelato, una grande passione d’estate

Finalmente è scoppiata l’estate, questa estate così strana che non ci permette di viaggiare troppo, dove non possiamo abbracciare i nostri amici, in spiaggia ci sono le distanze di sicurezza da rispettare e se vogliamo un gelato per acquistarlo bisogna fornirsi di mascherina. Un’estate, insomma, che sembra castigare i piaceri della vita, ma in realtà anche se gli ostacoli ci sono, basta aggirarli. In fondo si chiede solo il rispetto di alcune regole non di rinunciare a ciò che amiamo. Io ad esempio al gelato non rinuncio, è una passione che coltivo dall’infanzia quando nei pomeriggi estivi percorrevo a piedi il paese di Santo Stefano, all’Argentario. Mi fermavo a ogni gelataio, e ce ne erano tanti, e mi compravo un cono, ognuno aveva le sue specialità, chi il limone, chi la cioccolata, chi la nocciola, alla fine della giornata ne avevo mangiati sei o sette, un record che non ho più battuto da adulta quando il mio rapporto con i gelati è cambiato a causa di un piccolo trauma, avevo circa dieci anni ed ero in vacanza sulla costa laziale, eravamo soli con la tata perché mia mamma era in clinica dove avrebbe messo al mondo l’ultimo di noi 5 figli. Un giorno la tata ci comprò un cornetto da un carrettino, evidentemente era avariato e noi passammo il resto della vacanza a vomitare, non so se fu peggio per noi fratelli o per la tata che doveva gestire una specie di lazzaretto!

Però nemmeno il cornetto avariato è riuscito a frenare la mia passione per tutto ciò che sia dolce e ghiacciato. Crescendo alla smania per il gelato si è aggiunta anche quella per le granite che invece fanno parte delle mie vacanze alle Isole Eolie. Le granite migliori, lo sanno tutti sono quelle che fanno a Salina, dove mi fermo per prendere la coincidenza per Alicudi, il microscopico scoglio dove ho casa.  A parte quelle profumatissime alla mandorla, al gelso, ai fichi, la mia predilezione è sempre stata per quella al caffè con panna, un classico. E’ un mio chiodo fisso, già da bambina, quando ancora non mi era permesso ordinarla, guardavo con invidia quelle degli adulti.  Mi piaceva prima di tutto esteticamente, amavo il contrasto tra il colore scuro del caffè e la purezza della panna; i due elementi dovevano compenetrarsi mantenendo però intatte le loro identità. Quando poi ho potuto ordinare una granita, la vita si è arricchita di un nuovo scopo: la ricerca della perfezione “granitica”. E non è un obiettivo facile perchè i miei standard sono piuttosto alti. Non solo infatti caffè e panna, i due elementi chiave, devono armonizzarsi tra loro con una particolare grazia, devono anche raggiungere un equilibrio perfetto al loro interno: la granita di caffè deve essere morbida e non troppo liquida e la panna deve avere la consistenza di una nuvola.  Inoltre questo piccolo miracolo di ghiaccio ha una vita fragile e precaria, il suo canto del cigno dura un attimo, il tempo di assaggiare le prime due o tre cucchiaiate, poi tutto si trasforma in una specie di fangosa poltiglia. Fatte queste premesse capirete che la ricerca della perfezione non è per me cosa facile. E infatti non mi capita quasi mai! La granita di Salina però, più di una volta si è avvicinata all’assoluto.

Ma che siate amanti di gelati o di granite forse quest’estate preferite evitare i locali troppo affollati e il gelato farvelo da soli, io ne faccio uno semplice e buonissimo, quello di zabaglione.  Monto con lo zucchero tanti tuorli d’uovo quanti sono i miei commensali, per ogni tuorlo un cucchiaio colmo di zucchero, poi sempre montando aggiungo Marsala secco o, ancora meglio, Porto, questa del Porto è una scoperta fatta a Sao Tomè dove il Marsala non c’era e mi è stato suggerito di usare invece questo vino liquoroso, il risultato è stato ottimo e particolarmente delicato  Ora metto sul fuoco in un pentolino dal fondo d’acciaio, adoperando una retina spargi fiamme, il composto di uova e Marsala e cuocio a fiamma bassa, mescolando sempre, fin quando il composto si addensa e comincia a bollire.  Lo faccio freddare e nel frattempo monto la panna, circa mezzo litro per 6 uova, quando lo zabaglione è freddo aggiungo la panna mescolando gentilmente, metto tutto in freezer e quando è il momento di servire lo rovescio su un piatto di portata e a seconda dell’umore lo guarnisco con granella di nocciole, oppure uno squaglio di cioccolata o, meglio ancora, con zucchero caramellato che faccio raffreddare e poi trito.  Che l’estate vi sia leggera!!

 

stefia:
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