Ferran Adrià e la sua cucina rivoluzionaria in mostra al Marres di Maastricht

Pubblicato il 26 Febbraio 2016 in , da redazione grey-panthers

Caviale d’olio d’oliva, birra di asparagi, schiuma di parmigiano, il cucchiaio con fragranza di minestra: questi sono solo una manciata di esempi delle creazioni rivoluzionarie fatte dallo chef di fama mondiale Ferran Adrià cuoco del leggendario ristorante El Bulli. La mostra Ferran Adrià: Note sulla creatività (dal 3 marzo ai primi di luglio) è un omaggio all’esplorazione di Adrià della creatività e di come la sua ricerca ha portato alla sua cucina rivoluzionaria. E ‘pieno di centinaia di disegni colorati, schizzi, modelli in plastilina, collage, fotografie di grandi dimensioni, ricette e menu provocatori, posate singolari e utensili da cucina inusuali, e comprende un film di quasi duemila piatti preparati da Adrià e la sua squadra nei loro vent’anni e più di El Bulli.

Ferran Adrià: Note sulla Creatività porta il visitatore dietro le quinte delle ricerche di Adrià sugli ingredienti e nuovi modi per preparare e servire il cibo. Nel corso degli oltre 20 anni in cui ha lavorato con la sua squadra per sviluppare la sua innovativa cucina di indagine, ha sempre avuto una matita e un taccuino a portata di mano. Invece di scrivere le ricette, Adrià ha iniziato ogni nuovo piatto facendo un disegno. Questo ha formato il legame critico tra immaginazione, contemplazione, concezione e cucina.

Il suo metodo potrebbe essere paragonato al processo creativo di uno scienziato, designer o artista: esplorativo, instancabile, innovativo e sempre sorprendente. “Il disegno è la base del mio processo creativo,’ dice Adrià. ‘Io uso questi disegni per aiutarmi a visualizzare come sarà il risultato finale. Il disegno spesso mi aiuta ad innescare un work in progress. La mia ispirazione non si basa sul mondo dell’arte ma sono invece ispirato dai prodotti che uso in cucina, durante la mia ricerca di nuove tecniche”’.

Sala degli specchi con oggetti galleggianti
Il fulcro della mostra è una sala con solo specchi che creano un paesaggio infinito composto da oltre un centinaio di particolari oggetti galleggianti: bicchieri di vetro in ogni forma possibile, piatti metallici, cucchiai per odorare, piatti di carta, ardesia e vetro, modelli di plastilina che indicano le dimensioni di un piatto e tagli che mostrano come il cibo deve essere tagliato. Questo offre ai visitatori un senso di immensa proliferazione di disegni e la quantità di lavoro che precede la creazione di ogni piatto, anche di quelli che si mangiano in un boccone. La sala degli specchi è anche la prova di come l’effetto artistico nell’opera di Adrià derivi dai suoi tentativi ed errori e da un flusso inarrestabile di invenzioni. Dopo tutto, ogni nuovo piatto, per ottenere la massima sensazione di sapore possibile, coinvolge un’ampia sperimentazione di nuove posate, stoviglie, elettrodomestici da cucina e così via.

ricetta 2ricettaPiatti come nature morte commestibili
Oltre che alla sala degli specchi ricca di disegni e oggetti, la mostra presenterà il film 1846, che prende il nome dal numero di piatti che Adrià e il suo team hanno inventato e realizzato nel corso di vent’anni. Essi hanno creato una vera e propria rivoluzione culinaria, facendo diventare ciò che è natura morta qualcosa di per così dire vivo. Le portate potrebbero scatenare ogni sorta di emozione: sorpresa, felicità, disgusto … Adrià chiama El Bulli una forma di teatro: un viaggio al suo ristorante dovrebbe essere un’esperienza di sensazioni indimenticabili.

Infine, Ferran Adrià: Note sulla Creatività mostra alcune immagini prese da Bullipedia di Adrià con in aggiunta schizzi dell’ex ristorante El Bulli, dove oltre ad un ristorante esclusivo, sono in costruzione un museo dedicato alla creatività e un parco.

Marres
Marres, lo spazio espositivo dove si terrà la mostra, si trova a Maasticht, nel sud dei Paesi Bassi, qui si organizzano mostre, workshop ed eventi. Dal 2013 è stato lanciato un programma a lungo termine sui sensi, che mette in evidenza il lavoro non solo di artisti, ma anche di designer, musicisti, profumieri e chef. L’obiettivo è promuovere un discorso sui sensi e stimolare la sensibilità.

Come parte della mostra in corso, Marres Maastricht ospiterà anche una ricca serie di eventi pubblici e programmi educativi di sensibilizzazione del gusto, cucina e creatività attraverso laboratori del gusto, grigliate e workshop.

adriàA proposito di Ferran Adrià ed El Bulli
Ferran Adrià (1962) è il famoso chef del ristorante El Bulli a Roses, in Spagna, che chiuse nel 2011. El Bulli fu leggendario negli anni novanta e nel primo decennio del ventunesimo secolo. Ha vinto il premio come “miglior ristorante del mondo” della rivista Restaurant consecutivamente per cinque volte.

El Bulli ha guadagnato la sua reputazione stellare grazie alla rivoluzione che Adrià portò nella sua cucina per stuzzicare il palato dei suoi commensali. Il ristorante rimaneva aperto solo sei mesi all’anno, poiché nel resto dell’anno, Adrià trascorreva il tempo in un laboratorio a Barcellona per elaborare nuovi piatti. Oltre a questa singolarità, anche il servizio aveva grandi particolarità: i commensali ricevevano fino a trenta portate a serata.

Adrià ha scatenato così una rivoluzione nella ristorazione, spingendosi ai confini del gusto. Fu un pioniere della gastronomia molecolare e sviluppò quasi 2.000 nuovi piatti con i suoi collaboratori, oltre che ad una grande quantità di nuove apparecchiate, utensili da cucina e tagli. Ha creato e servito pietanze che apparivano molto diverse dal loro sapore reale.

Dal momento della chiusura di El Bulli, Adrià ha dedicato le sue energie allo studio della creatività. Con l’assistenza di un team di ricercatori, progettisti e professionisti provenienti da numerose altre discipline, egli sta cercando di mappare il processo creativo. Tutto questo rientra nel progetto enciclopedico online, Bullipedia.

La sua vena artistica nel mondo della gastronomia lo ha messo in contatto con il mondo dell’arte già in una fase molto precoce della sua carriera. Nel 2007 venne infatti invitato a partecipare alla prestigiosa fiera d’arte Documenta 12 a Kassel, in Germania dal curatore di quell’anno, Roger Buergel.