Regole Covid: scuola e restrizioni dopo il 6 aprile

Pubblicato il 27 Marzo 2021 in da redazione grey-panthers

Un decreto legge prima di Pasqua potrebbe intervenire alla scadenza del DPCM con le regole Covid fino al 6 aprile. In vista una riapertura parziale delle scuole anche in zona rossa per asili, elementari e prime medie, ma al contempo una mini-proroga delle restrizioni attualmente in vigore, né si esclude un nuovo provvedimento che apporti una revisione degli attuali meccanismi restrittivi nelle zone.

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E’ quanto emerge dopo il vertice che Draghi ha richiesto al Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza e al ministro della Salute per fare il punto della situazione sulla curva dei contagi, che mostrano dati in chiaro scuro. Tutto è ancora da decidere, sia chiaro, lo conferma lo stesso ministro Roberto Speranza: “nessuna decisione è stata assunta, ci confronteremo nei prossimi giorni e prenderemo le decisioni, abbiamo analizzato la curva ma non abbiamo discusso di misure e non c’è alcuna decisione che va in questa direzione”.

Il Governo prende anche tempo per intervenire sul piano vaccinale, che procede a macchia di leopardo nelle diverse Regioni. Finché non saranno garantiti gli obiettivi del Programma Figliuolo, è difficile sperare in una inversione di tendenza che consenta di allentare la stretta, con le conseguenze che tutti conosciamo in termini economici e sociali.

E, visto che la situazione non sembra destinata a sbloccarsi nel breve periodo, con mezza Italia in zona rossa, si fa strada l’idea di accettare la richiesta dai ministri per la Famiglia e per l’Istruzione, Elena Bonetti e Patrizio Bianchi, per la riapertura di nidi, scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Dunque, da un lato ci si ispira al modello tedesco (dove le restrizioni sono persino aumentate a causa del dilagare delle varianti del Coronavirus) e dall’atro a quello francese (dove le scuole hanno riaperto), ma con una interpretazione più cauta, ossia lasciando fuori le scuole superiori.

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D’altronde, non va dimenticato che, anche in termini pratici, la gestione della DAD per i lavoratori con figli piccoli a casa, ha ripercussioni non banali. Considerato anche che i congedi Covid al 50% non si possono ancora chiedere (manca la piattaforma INPS).