I fondi comuni di investimento possono essere strumenti utili per diversificare il proprio portafoglio, ma è essenziale conoscerne le caratteristiche, i costi e i limiti. Prima di scegliere un fondo, valutare attentamente le alternative
I fondi comuni di investimento sono tra gli strumenti più utilizzati dagli italiani per gestire i propri risparmi. Si tratta di strumenti di investimento collettivo, dove tanti risparmiatori uniscono le proprie risorse per creare un portafoglio gestito da professionisti, detti gestori. Ogni investitore detiene una piccola parte del fondo, come se fosse una fetta di una grande torta. La torta è composta da tanti “ingredienti” – azioni, obbligazioni o altri strumenti finanziari – e ogni risparmiatore partecipa con una quota proporzionale al proprio investimento.
Il gestore del fondo si occupa di scegliere e combinare questi “ingredienti” per ottenere un rendimento superiore al mercato di riferimento, rappresentato da un indice (come lo S&P 500 per le principali aziende americane o il FTSEMib per le principali azioni italiane). I fondi comuni vengono definiti a gestione attiva, proprio perché il gestore seleziona i titoli con l’intento di battere il mercato. Tale maggior valore viene detto “alpha” e si differenzia dal “beta” che rappresenta, invece, l’andamento del mercato. Questo lavoro viene remunerato attraverso dei costi che il sottoscrittore sostiene e che è fondamentale conoscere.
Fondi comuni di investimento e commissioni
I fondi comuni prevedono diversi tipi di commissioni che vanno a ridurre il rendimento netto per l’investitore:
- Commissioni di gestione: remunerano il lavoro del gestore e sono generalmente più alte per i fondi azionari rispetto a quelli obbligazionari
- Commissioni di distribuzione: compensano la banca che vende il fondo e spesso sono incluse nella voce delle commissioni di gestione
- Commissioni di sottoscrizione e rimborso: pagate al momento dell’acquisto o del disinvestimento del fondo
- Commissioni di performance: addebitate solo se il fondo supera un certo rendimento, ma molto discutibili perché il gestore è già remunerato dalle commissioni di gestione con l’obiettivo – spesso non realizzato nel lungo termine – di battere il mercato.
Questi costi riducono significativamente i rendimenti, motivo per cui è importante per il risparmiatore conoscerli e, quando possibile, ridurli. Ancora troppo spesso, infatti, si sente dire che in banca “non si paga nulla” perché i servizi di investimento vengono offerti gratuitamente.
In realtà, le banche sono obbligate per legge a inviare ogni anno ai clienti un riepilogo dettagliato dei costi sostenuti. Un consiglio: leggere attentamente questo documento per scoprire quanto si paga realmente per gli investimenti. È un passo essenziale per diventare investitori consapevoli. Se poco si può fare per ridurre le commissioni di gestione, il cliente può senza dubbio negoziare il pagamento delle commissioni di sottoscrizione e rimborso, fino ad azzerarle completamente. Sono, invece, assolutamente da evitare i fondi che prevedono commissioni di performance.
Fondi a cedola e fondi di fondi: cosa sapere
Tra i prodotti proposti dalle banche molto spesso si trovano i fondi target o fondi a cedola, che hanno caratteristiche particolari. Questi fondi prevedono:
- Finestre temporali limitate per la sottoscrizione
- Cedole periodiche predeterminate
- Una scadenza finale (detta “target”).
Sebbene possano sembrare simili ai BTP, sono molto diversi. Ad esempio, i costi sono elevati e includono commissioni di collocamento addebitate all’inizio e spesso rateizzate durante la vita del fondo. Questo significa che, in caso di uscita anticipata, vengono addebitate ulteriori commissioni di rimborso (decrescenti in funzione del tempo trascorso dalla sottoscrizione), anche se le commissioni erano già state pagate.
Se nella dicitura del fondo che viene proposto in banca si legge uno specifico anno di scadenza o la parola “target”, è meglio evitare di sottoscriverlo. Questi fondi vengono spesso proposti come prodotti “sicuri” o alternativi ai BTP, grazie alla promessa di cedole periodiche, ma non sono paragonabili in termini di trasparenza e costi. Un altro tipo di fondo da valutare con attenzione è il fondo di fondi, che investe non direttamente in titoli, ma in altri fondi comuni. Questo comporta il pagamento di doppie commissioni: quelle sul fondo principale e quelle sui fondi sottostanti.
Fondi di private equity: opportunità o rischio?
Infine, una categoria particolare è rappresentata dai fondi di private equity, che investono in aziende non quotate ad alto potenziale di crescita. Questi fondi, però, presentano numerosi svantaggi:
- Scarsa trasparenza sugli investimenti sottostanti.
- Capitale immobilizzato fino alla scadenza.
- Rischio elevato e rendimenti molto variabili.
- Costi più elevati rispetto ai fondi tradizionali
Per questi motivi, i fondi di private equity sono generalmente poco adatti ai risparmiatori che cercano liquidità e maggiore sicurezza.
Fondi comuni a confronto con gli ETF
Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono strumenti a gestione passiva che replicano l’andamento di un indice e presentano costi di gestione molto più bassi rispetto ai fondi comuni. Questo perché non richiedono l’intervento di un gestore per selezionare i titoli. Gli studi dimostrano che, nel lungo termine, molti fondi a gestione attiva non riescono a battere i loro indici di riferimento, anche a causa dell’impatto delle commissioni. Gli ETF, quindi, possono rappresentare un’alternativa interessante, soprattutto per chi cerca un approccio semplice e a basso costo. In realtà, molto spesso, una valida selezione delle migliori strategie attive, unitamente ad una significativa presenza di strategie passive, può rivelarsi la soluzione migliore.
I fondi comuni di investimento possono essere strumenti utili per diversificare il proprio portafoglio, ma è essenziale conoscerne le caratteristiche, i costi e i limiti. Conoscere i costi reali degli strumenti finanziari che scegliete è il primo passo per investire in modo consapevole. Prima di scegliere un fondo, valutate attentamente le alternative, come gli ETF, e tenete sempre a mente i vostri obiettivi finanziari e il livello di rischio che siete disposti a tollerare. Un approccio consapevole e l’aiuto di un professionista che vi aiuti ad investire al meglio i vostri soldi secondo il vostro profilo e le vostre esigenze personali, vi consentirà di evitare gli errori che potreste commettere operando da soli e a ottenere il massimo dai vostri risparmi.
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