L’attività consulenziale un’opzione fortemente valida per i senior: la consulenza permette di mettere in campo la propria competenza in contesti affini al proprio, andando ad aiutare le aziende proprio nel trovare le conoscenze tanto ricercate
L’attività di consulenza, nell’ambito dell’attività autonoma, rappresenta una possibilità concreta e particolarmente valida per i senior in cerca di nuove opportunità lavorative. Può essere un modo per mettersi in gioco o per ottenere un miglior controllo sul proprio tempo. A prescindere, è un’opportunità che trova ampio spazio in un mondo lavorativo che vede i senior molto richiesti. Basti pensare che nell’ultimo anno, in Lombardia, più del 50% delle assunzioni hanno riguardato persone over 55, mentre la fascia d’età 50-65 anni è tra quelle che sono cresciute maggiormente in tema occupazione.
Questa forte richiesta è determinata da un lato dalle tendenze demografiche e dall’altro dalla difficoltà a reperire personale. Parlando di tendenze demografiche, l’aumento dell’aspettativa di vita, spesso in salute, e l’età pensionistica sempre più posticipata, portano la popolazione senior a essere ancora al centro del mondo del lavoro, sia per necessità aziendali sia anche per l’interesse dei senior stessi a mantenersi attivi professionalmente. Inoltre, la bassa natalità porterà ad avere sempre meno giovani in entrata nel mondo del lavoro e questo darà risalto alle popolazioni già attive, come quelle senior.
Dall’altro lato, la difficoltà a reperire candidati per circa un’azienda su due, per divergenza tra le competenze possedute dai lavoratori e quelle richieste dalle organizzazioni, valorizza i senior che vantano forte conoscenza e competenza, accreditandoli come i portatori del “saper fare” aziendale.
È proprio quest’ultimo punto che rende l’attività autonoma consulenziale un’opzione fortemente valida per i senior. La consulenza permette di mettere in campo la propria competenza in contesti affini al proprio o completamente diversi, andando ad aiutare le aziende proprio nel trovare le conoscenze tanto ricercate.
Come diventare un consulente in attività autonoma
Come prima cosa bisogna considerare le motivazioni che spingono la persona a intraprendere un percorso di questo tipo, così da poter definire obiettivi concreti e una linea d’azione mirata a raggiungerli.
Le motivazioni sono strettamente personali e possono andare, per esempio, dalla necessità di migliorare il proprio equilibrio tra vita lavorativa e privata, fino alla volontà di mettersi in discussione e rimanere nel mondo del lavoro anche dopo la pensione, per integrarla o per interesse personale a continuare a lavorare.
Per definire al meglio i propri obiettivi è fondamentale per i senior conoscere la propria situazione previdenziale, così da poter pianificare al meglio una continuità contributiva soprattutto in seguito alla decisione di passare all’attività autonoma. In un paese come l’Italia, in cui le tematiche previdenziali sono complesse e in continua evoluzione, avvalersi di consulenze previdenziali permette di conoscere la propria situazione e di pianificare quindi al meglio la propria vita professionale.
Trovate le motivazioni e definiti gli obiettivi, il passaggio successivo è un’analisi delle proprie competenze, tecniche e trasversali, che permettano di affrontare una transizione di carriera verso la consulenza e in generale verso l’attività autonoma. È necessario avere subito consapevolezza della maggior responsabilità che un’attività autonoma comporta rispetto a quella dipendente, così come il fatto che è necessario avere competenze e conoscenze generiche per la gestione della propria attività. In caso, comunque, si dovessero riscontrare delle lacune o aree di miglioramento, si può sempre ricorrere ad attività di formazione specifiche.
La formazione continua e il continuo aggiornamento sono attività da svolgere a prescindere dal tipo di professione, dipendente o autonoma, per mantenersi occupabili e competitivi sul mercato del lavoro.
Concluse le analisi, bisogna definire il modello di consulenza da adottare, insieme a tutte le caratteristiche del progetto, in termini di servizi offerti e tipologia di clientela a cui rivolgere questi servizi. In questa fase, studiare il mercato e i propri competitor è essenziale per strutturare al meglio il proprio progetto. Tutto questo deve partire dalle proprie conoscenze e competenze. Pensare a un’attività di consulenza basata su contenuti che non sono ancora propri annulla tutto il vantaggio che un senior può vantare grazie agli anni di esperienza pregressa.
È poi importante cercare di capire quale sia il regime fiscale più opportuno per il proprio progetto e per farlo è fondamentale consultare un commercialista.
Una volta fatte tutte le analisi e definito il progetto da lanciare sul mercato, bisogna pianificare la propria strategia di comunicazione, quindi le modalità di approccio al mercato e l’identificazione dei canali di comunicazione più appropriati (tra cui i social network) e gli strumenti di contatto migliori, come un curriculum funzionale e una brochure di presentazione che metta in luce la proposizione della tipologia consulenziale.
Inoltre, il networking e la propria rete di conoscenze sono fondamentali. Le attività e le competenze relazionali sono cruciali per avviare un progetto consulenziale. Per i professionisti senior, che negli anni hanno costruito una solida rete di contatti con altri esperti di grande competenza e conoscenza, questo può rappresentare un ulteriore vantaggio competitivo. Una rete di contatti ben sviluppata può facilitare l’accesso a nuove opportunità, collaborazioni e risorse, rendendo più efficace e sostenibile il progetto.
L’attività di consulenza si configura così un’opportunità concreta per i senior, che va però valutata attentamente rispetto ai propri desiderata, obiettivi e anche rispetto alla propria persona, che deve essere pronta e preparata per imbarcarsi in un’attività di questo tipo. Per questo, può essere utile affidarsi a programmi di consulenza di carriera, come quelli proposti da INTOO, per comprendere quanto si è allineati rispetto all’ideale del ruolo del consulente e per ricevere un supporto all’avvio della propria attività.
Per passare alla consulenza in libera professione dunque è fondamentale:
- Identificare le motivazioni personali, definire i propri obiettivi e analizzare le competenze possedute
- Informarsi sulla propria situazione previdenziale e consultare un commercialista per il regime fiscale
- Definire il modello di consulenza e acquisire informazioni sul mercato di riferimento
- Pianificare la strategia di comunicazione, e utilizzare la propria rete di conoscenze per accedere a nuove opportunità e risorse.
di Cetti Galante
Cetti Galante, CEO e Practice Area Leader di INTOO, membro del Board di Gi Group Holding, ex Presidente di AISO (2014-2019) e dal 2016 Presidente dell’organizzazione globale specializzata nella ricollocazione professionale che INTOO (e Cetti Galante in prima persona) hanno contribuito a creare. Nel suo approccio professionale, promuove il mettersi in discussione, la formazione permanente e la curiosità verso l’innovazione.
Al centro dell’asse portante della sua azione quotidiana e delle sue specializzazioni ci sono: la possibilità di occupazione delle persone, la spendibilità delle singole competenze, la proattività di ciascuno, accompagnate dal senso di responsabilità del proprio sviluppo, dalla gestione delle ristrutturazioni aziendali e delle politiche attive nel mondo del lavoro.