Previdenza complementare: necessità e non solo opportunità

Con un sistema pensionistico sotto pressione, la previdenza complementare ha lo scopo fondamentale di integrare le prestazioni previdenziali al compimento dei requisiti per la pensione

 

La previdenza complementare è diventata negli anni sempre più uno strumento indispensabile per garantire stabilità e sicurezza economica nel periodo del pensionamento, affiancando la previdenza pubblica e offrendo possibilità di tutela e flessibilità. Nasce con lo scopo di integrare le prestazioni previdenziali al compimento dei requisiti per la pensione ed è un argomento di interesse sia per le nuove generazioni sia per i senior, che possono aggiungere i benefici della previdenza complementare a quanto versato in precedenza.

La necessità della previdenza complementare nasce dal contesto in cui viviamo, ricco di trasformazioni. Tra queste, particolarmente importante per la pensione è la transizione demografica che sta vivendo il nostro Paese. L’aspettativa di vita è in costante aumento, mentre la natalità è in calo già dagli anni ’70 del secolo scorso. Questo squilibrio genera un impatto diretto sul sistema previdenziale: meno giovani che entrano ed entreranno nel mondo del lavoro, mentre più persone vivono a lungo e continuano a percepire la pensione. Il risultato è un sistema pensionistico sotto pressione, che ha portato negli anni alla necessità, per il legislatore, di innalzare l’età pensionabile, legandola all’aspettativa di vita.
Questo scenario impone una pianificazione previdenziale consapevole, che tenga conto di carriere sempre più frammentate, con possibili versamenti in casse diverse e periodi di discontinuità contributiva.
Pianificazione che si fa più rilevante nel momento in cui l’importo della pensione pubblica si abbassa sempre di più.

Oggi, infatti, il sistema pensionistico pubblico italiano adotta, come metodo di calcolo degli assegni di pensione, il sistema contributivo, che considera esclusivamente i contributi versati durante la vita lavorativa e non tiene più conto delle retribuzioni percepite ante pensionamento, portando ad assegni pensionistici più bassi di chi ha raggiunto la pensione negli anni passati con il sistema di calcolo retributivo. È poi da sottolineare che il sistema contributivo prevede un massimale annuo di contribuzione che limita l’importo della pensione che si può accantonare nell’anno.
In un contesto di inflazione crescente e di costi della vita in aumento, la sola pensione pubblica rischia allora di non garantire un tenore di vita adeguato ed è qui che entra in gioco la previdenza complementare come strumento necessario per la sostenibilità del proprio futuro.

Queste forme non possono sostituire la previdenza pubblica e vengono alimentate da contributi personali, TFR, possibili contributi del datore di lavoro (nei fondi negoziali) e dai rendimenti del fondo di previdenza scelto.

Le principali forme di previdenza complementare sono:

  • fondi pensione negoziali/chiusi: istituiti dalla rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro
  • fondi pensione aperti: promossi da banche, assicurazioni, SGR e SIM
  • piani individuali pensionistici (PIP): contratti assicurativi con finalità previdenziale
  • fondi pensione preesistenti: attivi prima del 15 novembre 1992, con caratteristiche specifiche.

Dal 1° gennaio 2025, la previdenza complementare è stata inoltre direttamente collegata a quella pubblica: per chi ha versato contributi solo nel sistema contributivo – quindi dal 1996 in poi – è infatti possibile raggiungere l’importo soglia di accesso alla pensione anticipata grazie all’integrazione della eventuale previdenza complementare accantonata. Questa novità normativa rappresenta un’opportunità concreta per molti lavoratori: dove prima del 2025 era necessario superare l’importo soglia solo con la pensione pubblica, oggi la previdenza complementare diventa uno strumento chiave per poter accedere o meno alla pensione anticipata.

Tra le possibilità generate dalla previdenza complementare, si trova anche una funzione “para-assicurativa” in caso di perdita dell’impiego. La R.I.T.A – Rendita Integrativa Temporanea Anticipata – è un istituto che permette alla persona di ottenere un sostegno economico – derivante dai propri fondi di previdenza complementare – nel momento in cui dovesse trovarsi in un periodo di inoccupazione. Si tratta di un finanziamento ponte che permette di coprire economicamente il periodo subito antecedente alla pensione di vecchiaia. Si può infatti accedere alla R.I.T.A. solo se si è a 5 anni dalla pensione di vecchiaia, oppure a 10 anni, ma in questo è necessario essere inoccupati da almeno 24 mesi.

La previdenza complementare non è dunque solo una scelta finanziaria, ma è una scelta di responsabilità verso il proprio futuro. Per poter prendere le decisioni migliori è necessario conoscere la propria situazione contributiva all’interno di un panorama normativo in continua evoluzione. Per questo può essere importante avvalersi di consulenze previdenziali, come quelle proposte da INTOO, che permettono di ottenere una visione chiara e aggiornata delle proprie possibilità, personalizzata su quella che è stata la propria vita professionale.
La consapevolezza della propria situazione previdenziale è il primo e obbligatorio passo per progettare efficacemente il futuro, valutare tutte le opzioni disponibili e prendere le decisioni migliori per raggiungere i propri obiettivi.

Riassumendo, la previdenza complementare:

  • Si fa necessaria in un contesto che vede la pensione pubblica di importo sempre più ridotto
  • Può essere uno strumento utile al raggiungimento dell’importo soglia di accesso alla pensione anticipata contributiva
  • Contempla una funzione “para-assicurativa” in caso di perdita del lavoro.

 

di Cetti Galante e Andreana Zioni


Cetti Galante, CEO e Practice Area Leader di INTOO, membro del Board di Gi Group Holding, ex Presidente di AISO (2014-2019) e dal 2016 Presidente dell’organizzazione globale specializzata nella ricollocazione professionale che INTOO (e Cetti Galante in prima persona) hanno contribuito a creare. Nel suo approccio professionale, promuove il mettersi in discussione, la formazione permanente e la curiosità verso l’innovazione.

Andreana Zioni, Employability Manager e Responsabile area servizi previdenziali di INTOO, vanta un’esperienza ventennale nell’ambito dell’Employability, con competenze in: selezione, formazione, ristrutturazioni, analisi di clima e assesment di competenze, check up previdenziali e transizioni di carriera. Ha una profonda conoscenza delle politiche attive e passive del lavoro, di diritto del lavoro e di normativa in ambito previdenziale.

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