“Metodo contributivo pro rata” per stabilizzare la spesa previdenziale

Pubblicato il 29 Novembre 2011 in , , da redazione grey-panthers

Tra gli interventi più probabili in materia di stabilizzazione della spesa previdenziale del nuovo Governo Monti, l’introduzione del “metodo contributivo pro rata” è quello che ha destato il maggior interesse e anche i timori di coloro che sono prossimi alla pensione. La riforma Dini aveva introdotto il contributivo per i neo assunti dal gennaio 1996 e per quelli che a tale data vantavano meno di 18 anni di anzianità contributiva; ma per tutti quelli che avevano più di 18 anni di contributi al dicembre 1995 i sindacati avevano imposto di mantenere il vecchio metodo retributivo basato sulle ultime retribuzioni. In pratica la riforma aveva colpito i più giovani lasciando immuni i lavoratori con maggiore anzianità. Ora il contributivo verrà applicato anche a questi lavoratori, ma solo per il periodo residuale della vita lavorativa; infatti la pensione verrà calcolata con il vecchio metodo retributivo fino al 31 dicembre di quest’anno e con il nuovo contributivo (concetto del pro rata) a partire dal primo gennaio 2012. Il provvedimento riguarderà le platee di lavoratori che andranno in pensione da qui al 2016 con un massimo di 40 anni di contribuzione e 65 anni d’età; oltre tale data la maggior parte dei retributivi puri saranno in quiescenza. La riduzione delle prestazioni è modesta per i lavoratori dipendenti (non oltre il 2% con la revisione dei coefficienti) e leggermente più elevata per i lavoratori autonomi, per il fatto che versano il 20% di contribuzione contro il 33% dei dipendenti. Ma attenzione, il provvedimento non è solo equitativo per i giovani: lo è anche per coloro che sono a fine carriera, a causa della attuale crisi occupazionale. Infatti con il metodo retributivo la pensione viene calcolata sulla base degli ultimi 10 anni per i lavoratori dipendenti e 15 per gli autonomi. In pratica si poteva versare, esemplificando, 1 euro per 25 anni e poi 1.000 € negli ultimi 10 o 15 e si sarebbe ottenuta una pensione pari al 70 o 80% di mille. Con il contributivo si salvano gli ultimi anni retributivi maturati fino al 31 dicembre 2011 mentre tutto ciò che accadrà dopo il gennaio 2012 non influirà sul grosso della pensione ma solo sulla piccola parte calcolata con il contributivo.

(Da: Corriere della Sera)