Condividere, riciclare, risparmiare: arriva la Pop Economy

Pubblicato il 13 Settembre 2011 in , da redazione grey-panthers

Condividere la casa, l’auto, o il divano. Barattare i vestiti o i libri invece che comprarne di nuovi. L’ultima ricetta contro la crisi arriva dagli Usa e dal Regno Unito: è l’economia del mutuo soccorso, per dire addio agli sprechi, condividere, riscoprire l’arte del riciclo. Ci si incontra su Internet e ci si scambia di tutto, dagli oggetti ai soldi: la solidarietà aiuta a combattere gli sprechi. Si chiama consumo partecipativo, o “economia del noi”: una tendenza che ora sbarca anche in Italia.

Su Facebook, nella pagina dedicata, la pop economy è definita come “una nuova dottrina economica, basata su tre parole chiave: condivisione, partecipazione e niente sprechi”. In effetti nel Regno Unito e negli Usa, dove già da un paio d’anni si moltiplicano le iniziative dei consumatori per risparmiare, c’è chi ha pensato di teorizzare questi nuovi principi. “What’s mine is yours” (“Quello che è mio è tuo”) di Rachel Botsman e Roo Rogers, è un saggio che descrive come l’economia dello scambio e dell’aiuto reciproco stanno via via prendendo il posto dei consumi sfrenati.

Tutto parte dall’idea che si possa consumare, produrre e vivere mettendo le proprie risorse in comune, dagli oggetti della vita di tutti i giorni alle abilità personali, fino agli spazi in cui lavorare. Tre sono i fattori che spingono la gente a collaborare. In primo luogo c’è la crisi: pur avendo meno soldi le persone vogliono mantenere lo stesso livello di vita, senza poterselo più permettere. Poi c’è Internet: la Rete abbatte la barriera spaziale, e rende possibile realizzare a grande distanza ciò che prima si faceva solo nel quartiere. Infine la questione ambientale: l’economia partecipativa è rispettosa dell’ambiente e non inquina.

Oltre ad una pagina Facebook, esiste anche un portale dedicato alla pop economy, che mira a far conoscere la nuova mentalità e a raccogliere proposte originali, a partire dai piccoli problemi di tutti i giorni, come il caro-benzina o il traffico. Ad esempio, anziché usare la propria auto per ogni spostamento, se il percorso è comune e si è in tanti, si può scegliere di spostarsi in gruppo con un’unica vettura, grazie al carpooling.