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Author: Anna Da Re

Lettere, per regalare un po’ di noi stessi

Io penso che ci sia un regalo perfetto di questi tempi, che farà piacere e che resterà: scrivere una lettera. Una come una volta, redatta a mano, vergata prima in brutta copia e poi,  soddisfatti del risultato, copiata in bella.

Nuovi lockdown? Eppur si vedono opportunità di buon senso

Siamo noi stessi spesso i primi trascurati in un’esistenza affollata e affrettata come è spesso la nostra. Ma ascoltare se stessi è prezioso, e abbiamo già sperimentato nel lockdown precedente che ci aiuta a superare le difficoltà. Lo farà anche ora, se ci dedichiamo attivamente e attentamente a questo ascolto.

Avere 20 anni al tempo di Covid 19: l’amore, la vita e tutto il resto

I nostri ragazzi: dovremmo lasciarli un po’ liberi, a correre dei rischi che fanno parte del crescere. E nello stesso tempo restare noi solidi, a rassicurarli non perché sappiamo cosa succederà, ma perché staremo al loro fianco, non ci faremo spaventare dai falsi allarmi, staremo attenti, ma senza paranoie e...

Più che un ritorno, un nuovo inizio

E insomma io penso che dovremo prendercela calma e ragionare bene prima di fare qualsiasi scelta. Il mondo che ci circonda non è quello di prima. Non è meglio e non è peggio, ma è diverso, e richiede da parte nostra ingegno e attenzione.

Torna di moda scrivere: Caro diario…

Le nostre giornate, che sembrano tutte uguali e che sembrano niente di speciale, contengono, invece, tanti pensieri, tante sfumature, tante sensazioni e tante emozioni. Sono le piccole cose che alla fine compongono la nostra vita, e che la rendono unica e degna di essere vissuta
E i figli dopo di loro

Un romanzo che richiede il coraggio di leggere

Se un libro ci inquieta, allora dobbiamo leggerlo. Perché dentro c’è sicuramente qualcosa di importante per noi. Un libro importante, "E i figli dopo di loro" di Nicolas Mathieu. Definito un romanzo di formazione, l’anno scorso ha vinto il premio Goncourt, riconoscimento prestigioso e sicuramente meritato

Tenere le distanze? E’ molto più chic!

Si può sorridere, si può parlare, si può comunicare calore e partecipazione anche a distanza di sicurezza. Anzi forse, per una nazione creativa e piena di risorse ma un po’ indisciplinata come l’Italia, imparare a tenere le distanze quando si è in fila ci fa solo del bene.