Onnivoro o non onnivoro? Questo è il problema!

Pubblicato il 10 Giugno 2015 in , , da redazione grey-panthers

A scuola ci insegnano sin dalle elementari che l’uomo è un animale onnivoro, è davvero così? Il primo mito da sfare circa il nostro rapporto col cibo è in effetti quello che non siamo animali onnivori per natura, ma lo siamo diventati, a nostro evidente svantaggio . Mangiamo di tutto per ignoranza, emulazione o per abitudine. L’affermazione che siamo animali onnivori è priva di fondamento scientifico .

Al contrario, esistono numerose prove di anatomia comparata che mostrano che l’uomo è strutturato per procurarsi, assumere e metabolizzare cibo vegetale. È verissimo che il nostro livello evolutivo ci permette, in caso di mancanza del nostro cibo elettivo, di poter sopravvivere comunque anche con sottoprodotti di origine animale come latte, uova, miele, oppure direttamente con pesce, carne, molluschi, ma a scuola hanno omesso di farci osservare che l’uomo non ha artigli, non ha denti aguzzi, ha uno stomaco con livelli inferiori di acidità rispetto ai veri onnivori (cane, orso, maiale), ha un intestino molto più lungo del loro.

In effetti deriviamo dalle scimmie antropomorfe e come loro siamo animali vegetaliano-frugivori, con la possibilità di poter mangiare e digerire occasionalmente, o in caso di necessità, piccole quantità di cibo animale . Non bisogna però confondere il vantaggio di poterlo fare, con l’obbligo di doverlo fare. Adottare diete a base di cibi animali, con scarse quantità di cibo vegetale, e ricche di cibi raffinati e conservati, alza enormemente il rischio di contrarre numerose patologie.

Quali sono le sostanze più nocive contenute nei cibi di cui la maggior parte di noi si nutre?

Fra le sostanze più nocive che introduciamo nel nostro corpo col cibo, ci sono:

  • inquinanti ambientali come diossine e clorofluorobifenili (scarti della combustione di fabbriche e inceneritori) che finiscono nel terreno e quindi nel cibo vegetale e soprattutto nei tessuti grassi di quello animale;
  • residui di fertilizzanti chimici, antiparassitari e anticrittogamici , usati in agricoltura, e a maggior ragione in quella per la produzione di foraggio per animali;
  • residui di antibiotici, antinfiammatori, ormoni sintetici e psicofarmaci usati in zootecnia per l’allevamento di animali;
  • sostanze tossiche che si sviluppano con la cottura e con l’ossidazione dei grassi saturi animali come il benzopirene e aldeide malonica, della cui cancerogenicità siamo certi;
  • grassi saturi e colesterolo contenuti nei cibi animali con particolare riferimento a carni rosse, salumi, insaccati e latticini;
  • carboidrati raffinati e ad alto indice glicemico (zucchero, farine bianche, bevande zuccherate);
  • grassi idrogenati e oli fritti che diventando simili a quelli animali, oppure, sviluppano sostanze dannose per la salute persino a respirarne i vapori in cucina (acroleina);
  • alcaloidi cadaverici contenuti nelle carni (cadaverina, putrescina, indolo e scatolo) che affaticano il sistema immunitario e stimolano la crescita cellulare (anche tumorale);
  • prodotti di scarto del catabolismo proteico (acidi urici, ippurici, ammoniaca, urea);
  • ci sono poi i problemi creati dal sale (cloruro di sodio), che molto spesso vengono ignorati o sottovalutati.

Quali sono le principali patologie legate al nostro mangiare male?

Le malattie legate al mangiar male sono sotto gli occhi di tutti. Innanzitutto le patologie tumorali, molte delle quali stanno diventando una pandemia.Poi ci sono le malattie cardiovascolari che includono infarti del miocardio e ictus cerebrali con tutto ciò che ne consegue. Aggiungiamoci le malattie degenerative del sistema nervoso che sono in costante crescita (morbo di Parkinson, Alzheimer, demenze senili); e le patologie degenerative del sistema osteo-muscolo-articolare (artosi, artriti, osteoporosi). Molti altri disturbi sono in costante aumento e stanno cercando di piazzarsi in classifica: le malattie gastrointestinali come il reflusso acido gastro-esofageo , la stipsi, e ancora le diverticolosi/liti , rettocoliti ulcerose, morbo di Crohn. Tutti nomi che purtroppo diventano più familiari con l’avanzare dell’età.

Non parliamo poi dei mal di testa che comprendono le cefalee primarie e secondarie, le emicranie, la temibile cefalea a grappolo che abbassano notevolmente la qualità della vita di chi ne soffre.

Allergie, intolleranze, malattie autoimmuni, sono il minimo che oggi ci può capitare con un sistema immunitario sempre più debole e confuso.

Alcuni esempi pratici di come dovrebbe essere strutturata la nostra dieta

Facciamo l’esempio di una giornata tipo: colazione a base di frutta fresca oppure di cereali in chicco o in fiocchi schiacciati (non estrusi), da ammollare con una bevanda tiepida (tisana, latte vegetale, meglio se fatto in casa) .

A metà mattina merenda di frutta fresca di stagione .

A pranzo si dovrebbe iniziare sempre con delle verdure crude come antipasto, ovvero con una insalatona mista di ortaggi freschi e colorati arricchita con pezzettini di avocado, un paio di gherigli di noce e germogli freschi di cereale (farro, avena, riso, ecc.) o di legumi (lenticchie, soia verde, ecc.). L’insalatona potrà essere condita con un cucchiaio di olio extravergine, succo di limone ed erbe aromatiche (quindi senza sale né aceto). Il pasto può proseguire con una portata di cereali integrali e/o legumi, preparata in modo semplice e gustoso in minestre asciutte o brodose , magari con una salsina di accompagnamento (crema di spinaci o rucola, patè di olive o di capperi, salsina di funghi o un pesto di pinoli e basilico). Si potranno abbinare al cereale o al legume anche delle verdure di stagione come la zucca, le erbette, i carciofi, i topinambur, le cime di rapa . Ogni stagione ha i suoi vegetali gustosi e nutrienti.

Nel tardo pomeriggio o un’ora prima di cena si potrà gustare una seconda merenda a base di frutta.

La cena ricalcherà in qualche modo lo schema del pranzo; lo schema, non gli ingredienti, che invece potranno variare, tenendo conto che per molti il pasto serale deve essere più leggero per consentire un riposo adeguato.

Per saperne di più: Scienza e Conoscenza